L’undicesimo comportamento da seguire:

Scritto da Prof. Giancarlo Caletti.

L’undicesimo comportamento da seguire:
Quando le goccioline di saliva con i virus si posano sul cibo
Prof. Giancarlo Caletti Gastroenterologo, Professore dell’Alma Mater; Casa di Cura Toniolo, Bologna.

Se si mettesse in una stanza buia mentre si parla una lampada a luce ultravioletta, si vedrebbe una nuvola di goccioline emesse dalla bocca che invadono l’aria circostante

virus cibo 1

All’interno di queste possono esservi virus di vari tipologie. La lista completa degli agenti patogeni trasmessi in questo modo sarebbe lunga e non indispensabile a chiarire i problemi odierni.
A seconda della grandezza di questi ospiti e quindi a seconda del loro peso le goccioline fanno voli più o meno lunghi.
La distanza di volo di queste goccioline può essere anche di 2-3 metri.

Infine le goccioline, al termine del loro “volo”, atterrano sulle superfici circostanti.
Il COVID 19, meglio conosciuto come Coronavirus, viene trasmesso con le goccioline di saliva che il soggetto contagiato emette tossendo, starnutendo ed anche parlando.
Queste goccioline contenenti virus possono pertanto raggiungere gli occhi (congiuntiva), la bocca e il naso di chi è vicino e così contagiarlo.

Quanto sopravvivono i virus al di fuori del corpo umano, “atterrati” sugli oggetti o superfici circostanti?
I dati disponibili sono molto variabili.
Alcuni ricercatori hanno stabilito non più di 9 ore, ma un recentissimo studio pubblicato sul Journal of Hospital Infection afferma che il COVID 19 rimane contagioso fino a 9 giorni da quando è uscito dal corpo umano.

 

virus cibo 2

Si sa comunque che non solo il Corona ma anche i normali virus influenzali (H1N1) Norovirus e Rotavirus (responsabili della gastroenterite acuta), si comportano in questo modo.
Da queste conoscenze sono derivate tutte le norme comportamentali di igiene e prevenzione di cui tanto si discute in queste ore.

Il Decalogo comportamentale distribuito in questi giorni dall’Istituto Superiore di Sanità illustra in modo corretto e sintetico i comportamenti quotidiani da seguire.
Tuttavia dopo il punto 6: “ Pulisci le superfici con disinfettanti a basa di cloro ed alcol”
non specifica cosa fare di fronte al cibo eventualmente contaminato dall’atterraggio di queste goccioline.

Questa omissione, probabilmente voluta per non aumentare il panico fra la popolazione, si fonda sul fatto che una infezione respiratoria di questo tipo non avvenga attraverso il canale alimentare, ma solo quando il virus entra nelle vie aeree.
Si raccomanda giustamente di lavarsi spesso le mani per non contaminare occhi, naso e bocca ma non si spiega sufficientemente come avverrebbe il passaggio del virus dagli occhi e dalla bocca alle vie respiratorie.
Se si teme tanto che le goccioline infette raggiungano la bocca del possibile individuo e così lo contagino passando da lì in qualche modo nelle vie aeree, non è possibile che anche un boccone ricco di virus possa nello stesso modo infettare chi lo mangia??

Il palato, la glottide ed il laringe sono molto contigui ed in continua relazione fra loro.
Sappiamo molto poco delle modalità di contagio di questi virus, e per questo non dovrebbero essere trascurati altri possibili comportamenti virtuosi utili a prevenire un eventuale contagio.
Molte fonti autorevoli affermano che il nostro cibo è sicuro, ma al contempo pongono l’attenzione su come esso venga malamente manipolato.

Si censura il commesso che non usa i guanti per distribuire il cibo e poi con le stesse incassa i soldi e pure l’operatore che usa i guanti per se stesso e non li cambia a seconda che debba fornire o incassare.

Come comportarsi quindi per abbassare ancora di più il rischio di contagio?
Se la risposta è semplice e intuitiva per quanto riguarda i cibi acquistati dalle singole persone (lavare bene e se possibile disinfettare con Amuchina frutta e verdura da mangiare cruda, evitare carni e pesci crudi e cuocere tutto il resto), non vi sono suggerimenti per quanto riguarda il cibo proposto ai clienti di bar e ristoranti che è stato esposto al pubblico senza protezioni, come i buffet dei ristoranti e degli happy hours.

In generale le mense aziendali sono sicure in quanto i cibi proposti sono sempre protetti dalla faccia dei consumatori da vetrate trasparenti; gli operatori spesso indossano mascherine e/o guanti e la maggioranza degli alimenti sono contenuti in scaldavivande a temperatura di circa 60°, in quanto la quasi totalità dei virus viene inattivata a queste temperature.

Ben più dubbia e preoccupante è la sicurezza di salatini, patatine, noccioline, olive, sfizi, piccoli panini, tramezzini e altro, lasciati esposti liberamente e senza protezione al pubblico sul bancone di un bar, dove molte persone si alternano nel servirsi da sole.
Lo stesso dicasi per gli antipasti ed i dolci lasciati in bella mostra nei ristoranti su carrelli senza nessuna protezione a campana di vetro.

virus cibo 3Infine molti eventi sociali non nutrono gli ospiti con piatti individuali, ma propongono tavoli di buffet, spesso molto variegati ed invitanti, davanti ai quali si creano lunghe code di famelici convitati che parlano, ridono ed alitano allegramente sui piatti esposti, annaffiandoli così di milioni di goccioline.
Molti sicuramente avranno più volte visto in televisione o letto sulla stampa anche in un passato recente che navi da crociera o alberghi sono stati messi in quarantena perché colpiti da epidemie influenzali e/o di gastroenterite dovute quasi certamente a questo modo folcloristico di presentare i pasti.
La salvezza da queste situazioni a rischio è quella in primo luogo di evitarle.

In secondo luogo, se possibile, arrivare per primi al tavolo del buffet, ma questo comportamento sembra difficilmente praticabile, tant’è vero che il famoso scrittore satirico Ennio Flaiano coniò questo aforisma: ”La civiltà finisce dove inizia il buffet”.

Terza ed ultima opzione, forse la più praticabile, è quella di servirsi solo di cibi caldi appena messi sul tavolo e poi tenuti in scaldavivande con coperchio o lasciati esposti sotto una potente lampada a raggi infrarossi, come negli esercizi pubblici più attrezzati.

 Tali comportamenti virtuosi, frutto del semplice buon senso, non dovrebbero limitarsi a questo particolare ed infausto evento infettivo, ma servire da guida anche per il futuro più tranquillo, in quanto sarebbe meglio ottemperare sempre a norme igieniche corrette, valide in ogni frangente e per ogni agente infettivo.