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Steatosi epatica – Malattia del fegato grasso

dott fusaroli 2Definizione ed epidemiologia

La steatosi epatica non alcolica (NAFLD – Non Alcoholic Fatty Liver Disease) consiste in un accumulo di grasso nelle cellule del fegato. Normalmente il grasso rappresenta meno del 5% del peso del fegato; quando questa percentuale è più alta, si parla di steatosi.

La NAFLD è diventata uno dei più comuni problemi del fegato dei paesi sviluppati. Può interessare soggetti astemi o che assumono piccole quantità di bevande alcoliche (meno di 20 gr/die per le donne e 30 gr/die per gli uomini, che equivalgono circa a 1 boccale di birra o 1 bicchiere e ½ di vino o 1 bicchierino di superalcolico).

Al momento della diagnosi vanno esclusi eventuali altri fattori di danno epatico quali l’abuso di alcol, le infezioni virali, le patologie autoimmunitarie, le patologie da accumulo nel fegato.


In genere, la steatosi epatica è una patologia reversibile grazie alla dieta ed alla terapia farmacologica, tuttavia, in una percentuale del 30% circa essa può evolvere in steatoepatite (cioè un’infiammazione del fegato grasso) ed in questi casi, fino al 40 %, si può osservare l’evoluzione in cirrosi epatica. Sempre più evidenti inoltre sono i tumori epatici che insorgono in una condizione di steatosi epatica/steatoepatite.
Nei paesi sviluppati, l'obesità e il diabete sono le più comuni cause di NAFLD.

La steatosi di per sé intesa come accumulo di grasso nel fegato, può essere legata anche a sostanze come alcuni farmaci e agenti tossici: alcol, fosforo, amiodarone, corticosteroidi, il tamossifene, le tetracicline (farmaci antibatterici inibitori della sintesi proteica), tetracloruro di carbonio (solvente per il lavaggio a secco, liquido di raffreddamento e degli estintori ma attualmente in disuso), steroidi anabolizzanti ecc.
D’altro canto può anche essere associata a deficit nutrizionali (malnutrizione proteico-energetica; si tratta di una condizione tipica del terzo mondo, dei disagiati, degli alcolisti cronici e dei pazienti psichiatrici; si può verificare anche dopo un intervento di bypass digiunale).


Diagnosi
Quando l'accumulo dei grassi nel fegato è notevole, il fegato tende a essere aumentato di volume, con superficie liscia e pallida. 

In genere la steatosi interessa diffusamente il fegato, a volte tuttavia è possibile una distribuzione “ a zona” della steatosi chiamata steatosi focale che è molto meno frequente e di più difficile riconoscimento. Di solito si tratta di un reperto accidentale all'ecografia o alla TC, presentandosi come delle lesioni multiple nel fegato. Può formarsi nei pazienti apparentemente ad alto rischio per questa condizione (obesi e alcolisti). In alcuni casi avanzati può essere evidenziata un'accentuata fibrosi e un'evoluzione verso la cirrosi o addirittura il tumore epatico.

Per tale motivo è necessario il periodico controllo clinico dallo specialista epatologo che programmerà i controlli ematici ed ecografici al fine di monitorare l’eventuale evoluzione della malattia e lo sviluppo di complicanze.
Agli esami del sangue la steatosi può essere sospettata in caso di incremento delle transaminasi e/o delle gamma GT.
Tuttavia vi è da rilevare che c'è una scarsa correlazione tra la gravità della steatosi epatica e le alterazioni dei test biochimici di funzionalità epatica che si eseguono di routine. Agli esami di laboratorio si possono associare ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia o alterazione dei valori di glicemia. L'ecografia e specialmente la risonanza magnetica possono mostrare il grasso in eccesso.
La diagnosi di certezza di steatoepatite si fa solo con la biopsia.

epatica, cioè prelevando un piccolo campione di tessuto epatico mediante una puntura nell’addome.
Recentemente sono state introdotte metodiche non invasive per la stadiazione della malattia epatica applicabili anche nei casi di NAFLD. Si tratta dell’elastometria (fibroscan, ARFI etc) che consente di stimare indirettamente il grado di fibrosi del fegato (valutandone la durezza) per definire la malattia più o meno avanzata.

Terapia
Non vi sono terapie specifiche. Ci si basa sull'eliminazione delle cause e sul trattamento delle anomalie che provocano la steatosi epatica. La prima terapia per la steatosi epatica è rappresentata dal mantenimento di un corretto stile di vita caratterizzato da una dieta ipocalorica e da esercizio fisico. In genere si raccomandano 30 minuti di esercizio fisico aerobico al giorno per 5-6 giorni a settimana. In caso di assunzione di alcolici è necessario sospenderli o limitarne notevolmente la quantità ed eliminare eventuali farmaci tossici per il fegato (se possibile).


Per quanto riguarda la dieta, è importante abolire le bibite zuccherate ed i dolci in genere, evitare cibi spazzatura (tipo snack, fast food, patatine fritte) moderare l’apporto di glucidi, soprattutto raffinati e/o semplici, moderare l'apporto di grassi, soprattutto saturi e di colesterolo, incrementare l’apporto di fibra alimentare e di cibi ricchi di antiossidanti (mirtillo, cavolo, olio extravergine di oliva crudo ecc.). Può essere utile l’integrazione con vitamina E e sostanze quali silimarina (estratta dal cardo mariano), polifenoli, beta carotene, lecitina ecc.

Per quanto riguarda i farmaci insulino-sensibilizzanti, al momento non ci sono sufficienti dati a favore o contro il loro impiego nei pazienti affetti da NAFLD. Questi farmaci tuttavia vanno sicuramente usati in pazienti affetti anche da diabete mellito tipo 2. Lo stesso dicasi per i farmaci ipolipemizzanti (fibrati e statine) che sono da riservare a pazienti con importanti dislipidemie.

La NAFLD tuttavia può essere considerata la punta dell’iceberg di una condizione sottostante che è definita sindrome metabolica e che è alla base di un aumentato rischio cardiovascolare e di aterosclerosi. Molti studi hanno dimostrato che le malattie cardiovascolari in pazienti affetti da NAFLD sono molto frequenti e che spesso la mortalità è più legata alla patologia cardiovascolare che a quella epatica (cirrosi e tumore del fegato).

In conclusione, è importante riconoscere la malattia del fegato grasso in chi ne è affetto, definirne la gravità, stabilire sane regole di vita e di alimentazione e trattare il diabete e i fattori di rischio cardiovascolari eventualmente presenti.