La Gastrite
Manoscritto del Copione dell’intervista al Prof. Giancarlo Caletti di Michele Mirabella e Benedetta Rinaldi Elisir, RAI 3, 17 gennaio 2023
Michele Mirabella:
“Che mal di stomaco: ho la gastrite! ”…quante volte lo abbiamo detto o sentito dire a qualcuno? Ma è veramente gastrite il dolore che proviamo all’altezza dello stomaco?
Professore, ci fa capire che cos’è la gastrite? E quale parte del nostro corpo coinvolge?
Giancarlo Caletti:
Mai termine medico è stato così spesso utilizzato, spesso malamente, sia dai pazienti che dai medici. L’equivoco nasce dalla falsa convinzione che lo stomaco sia situato centralmente sotto lo sterno. Lo stomaco è invece situato sotto le costole a sinistra e, per equilibrio, il fegato è situato sotto le costole a destra. Solo il bulbo duodenale è centrale.
Pertanto, ogni dolore, localizzato subito sotto lo sterno, è etichettato come gastrite.
Invece, a livello della bocca dello stomaco, cioè sotto lo sterno, vi passa il colon trasverso e lì vicino, un po' più a destra, sotto il fegato vi è la colecisti.
La “gastrite” è l’infiammazione della mucosa dello stomaco, che è il più superficiale (dal lume all’esterno) degli strati della parete gastrica.
La diagnosi di “gastrite” si basa esclusivamente su un riscontro oggettivo, cioè sull’esame bioptico/istologico dello stomaco.
Michele Mirabella:
Quante volte confondiamo la gastrite per qualche altro disturbo?
Giancarlo Caletti:
Lo stomaco ammalato non provoca dolore, ma nausea, talvolta vomito, bruciori, ripienezza, digestione lenta, gonfiore.
Lo stomaco dà dolore solo se interessato da una lesione profonda, come un’ulcera che, oltrepassando la mucosa, raggiunge le terminazioni nervose sensitive che risalgono al cervello.
A conferma di ciò osserviamo che perfino la biopsia dello stomaco, cioè una pinza dentellata che strappa pezzetti di mucosa, non da dolore!
Il dolore alla cosiddetta bocca dello stomaco può essere dovuto invece al colon irritabile o alla presenza di calcoli nella colecisti.
Il Prof. Paul Guttmann Clinico Medico a Berlino (1834-1893) nell’800 aveva già intuito questa relazione ed affermava: “la colecisti spesso piange con gli occhi dello stomaco”.
Michele Mirabella:
Quante forme di gastrite ci sono? Come possiamo distinguerle?
Giancarlo Caletti:
La gastriti possono essere acute e croniche.
Esse sono dovute essenzialmente a due cause:
- L’assunzione di aspirina o di FANS (Farmaci Antiinfiammatori Non Steroidei come ipobrufene, chetoprofene, diclofenac, ketorolac ecc.) che causano infiammazione acuta ed erosioni gastriche, talvolta anche sanguinanti).
- L’infezione da Helicobacter pylori che causa una gastrite cronica.
In nessuno dei due casi si ha dolore crampiforme allo stomaco, semmai disturbi, anche forti, di cattiva digestione.
Michele Mirabella:
Quali sono le cause che scatenano questo disturbo?
Giancarlo Caletti:
GASTRITE ACUTA:
Forma iperacuta > Gastrite emorragica da trauma e/o Stress
FARMACI. Antinfiammatori
Abuso di Alcol
Fumo (eccessivo)
L’Helicobacter Pylori all’inizio causa una gastrite acuta. Questa si manifesta con i sintomi già citati.
Alcune settimane dopo questa infiammazione si cronicizza e non dà quasi più sintomi.
Quindi, eseguendo una gastroscopia, si può scoprire di avere una gastrite da anni, senza mai aver avuto mal di stomaco o cattiva digestione
Michele Mirabella:
A proposito di collegamenti c’è una qualche forma di connessione tra gastrite e reflusso gastroesofageo?
Giancarlo Caletti:
Sono due situazioni patologiche distinte.
Il reflusso è dovuto ad una apertura anomala della valvola del cardias (giunzione esofago-gastrica), associata ad un rallentato svuotamento gastrico.
Queste sono anomalie anatomico-funzionali che favoriscono il passaggio retrogrado dallo stomaco all’esofago di acido gastrico e talvolta anche di bile.
Il sintomo principe del reflusso è il bruciore come di fuoco (pirosi), dietro lo sterno e la percezione di acido che arriva fino in gola. La gastrite è dovuta ai motivi appena citati e dà sintomi diversi. Ricerche serie hanno evidenziato che i portatori di gastrite cronica da Helicobacter non soffrono di reflusso.
Poiché l’Helicobacter negli anni causa una gastrite atrofica, che riduce moltissimo la secrezione gastrica di acido, il reflusso se c’è, non è acido
Michele Mirabella:
Come riconoscere la gastrite acuta da quella cronica? I sintomi sono diversi da una forma all’altra?
Giancarlo Caletti:
Come dicevo, la gastrite acuta è fortemente sintomatica. Si ha sempre una cattiva digestione (dispepsia), anche molto intensa. La diagnosi va ricercata nella storia clinica (precedenti assunzioni di farmaci gastrolesivi). La gastrite cronica è praticamente senza sintomi, o questi sono lievi. Vi è solo una dispepsia leggera.
La ricerca in laboratorio degli antigeni dell’Helicobacter pylori nelle feci aiuta molto a confermare la diagnosi. Infine, la biopsia gastrica in corso di gastroscopia è la metodica diagnostica più accurata.
GASTRITE: I SINTOMI
- Bruciori (solo nella forma acuta)
- Nausea
- Ripienezza
- Sazietà precoce
- Gonfiore epigastrico
- Eruttazioni eccessive
Benedetta Rinaldi:
In rete si trovano diversi articoli che parlano di un aumento della gastrite durante il periodo della pandemia. Professore, è vero?
Giancarlo Caletti:
Penso proprio di no!!
In quanto non credo che queste diagnosi siano state confermate da una biopsia ovviamente dello stomaco.
Certo è che se in pandemia si è assunto abbondantemente l’Ipobrufene, la gastrite acuta può essere stata più frequente.
C’è sicuramente stato invece un aumento di incidenza del colon irritabile, legato al virus stesso ed allo stress, che determina dolori alla bocca dello stomaco, erroneamente interpretati come gastrite.
Michele Mirabella:
Quando è necessario rivolgersi a uno specialista?
Giancarlo Caletti:
Al di sotto dei 40 anni non ci dovrebbero essere problemi. Infatti, fino a questa età il rischio di cancro gastrico è molto basso.
Pertanto, il Medico di Medicina Generale si accerterà di comportamenti a rischio (farmaci, alcol, fumo) e vedrà di correggerli. Farà eseguire una ricerca dell’Helicobacter nelle feci e, se presente, lo curerà adeguatamente.
Se invece il paziente ha più di 40 anni, i disturbi sono cronici, e soprattutto se si verifica DIMAGRAMENTO allora questo è un sintomo di allarme.
Michele Mirabella:
Quali sono gli esami che permettono di arrivare a una diagnosi?
Giancarlo Caletti:
Bisogna eseguire senza indugio esami di laboratorio (emocromocitometrico) che potrà evidenziare una anemia.
Poi gastroscopia con biopsia che è l’indagine principale e definitiva.
Anche un’ecografia dell’addome è sempre utile per escludere altre patologie organiche (calcoli biliari ecc).
Michele Mirabella:
Una gastrite da l’Helicobacter pylori nel tempo può causare tumori allo stomaco?
Giancarlo Caletti:
Moltissime persone sono infettate dall’Helicobacter pylori.
Tutte sono queste sono affette da gastrite cronica.
Solo una piccola percentuale di esse andrà incontro alla catena di complicanze, che vanno dalla atrofia, alla metaplasia, alla displasia, al cancro dello stomaco o al linfoma gastrico MALT, cascata di eventi che comunque richiede parecchi anni.
Purtroppo, ancora non si è riusciti a identificare gli individui che porteranno avanti senza problemi la loro gastrite cronica, da quelli (pochi) che avranno complicanze gravi.
Nell’incertezza bisogna curare tutti i soggetti portatori di Helicobacter.
Benedetta Rinaldi:
Professor Caletti, iniziamo dalle cure per la gastrite acuta.
Quanto è importante l’alimentazione?
Giancarlo Caletti:
L’azione più importante è la sospensione subito dell’agente causale: i farmaci antinfiammatori.
Nella prime fasi assumere una alimentazione leggera che non affatichi lo stomaco.
Benedetta Rinaldi:
Quali sono i cibi da prediligere in caso di gastrite acuta?
Giancarlo Caletti:
- Riso bollito condito con poco olio d’oliva
- Fette biscottate
- Crackers.
- Prosciutto crudo magro.
Benedetta Rinaldi:
Quali sono invece gli alimenti da evitare?
Giancarlo Caletti:
Evitare tutte le spezie (!!!) i cibi grassi, i latticini compresi i formaggi, anche la frutta e le verdure possono essere mal digerite.
Benedetta Rinaldi:
Che sia gastrite acuta o cronica l’alimentazione è la stessa o ci sono delle differenze?
Giancarlo Caletti:
La dieta per la gastrite acuta è ovviamente rigorosa, ma lo sarà per pochi giorni.
Eliminata la causa della lesione e assunti i farmaci riparatori si guarisce rapidamente.
Nelle forme croniche si potrà avere invece una “dispepsia” che andrà curata eliminando l’Helicobacter.
Se, dopo aver “ucciso” l’Helicobacter, la cattiva digestione persisterà, la dispepsia sarà considerata “funzionale” (da stress) e curata diversamente.
Benedetta Rinaldi:
Quando si soffre di gastrite è meglio tenere sempre lo stomaco in movimento mangiando poco e spesso oppure è meglio digiunare tra un pasto principale e l’altro?
Giancarlo Caletti:
I lunghi digiuni sono sempre da evitare.
Frazionare i pasti è utile in quanto non sovraccarichiamo lo svuotamento gastrico.
Esempio: sollevare 2 kg per volta è meno gravoso che sollevare 20 kg tutti insieme.
Benedetta Rinaldi:
Abbiamo visto quanto sia importante mangiare i cibi giusti in caso di gastrite ma ci sono anche dei farmaci che possono aiutare? In quali casi si prendono?
Giancarlo Caletti:
Per la gastrite acuta gli inibitori della pompa protonica (PPI) detti impropriamente “gastroprotettori” hanno efficacia completa e rapida.
La gastrite da FANS viene curata con astensione da questi antinfiammatori e assumendo alte dosi di gastroprotettori, per circa 4 settimane.
Ottimo è anche un vecchio farmaco, poco costoso e inspiegabilmente quasi abbandonato: il Sucralfato.
Benedetta Rinaldi:
In caso di gastrite cronica la terapia come cambia?
Giancarlo Caletti:
La forma cronica è dovuta quasi sempre all’infezione da Helicobacter pylori.
Essa viene curata con una potente associazione di gastroprotettori ed antibiotici per non meno di 2 settimane.
Ci sono precisi schemi di cura, proposti dalle linee guida internazionali, utilissimo ad ottenere un buon risultato. Guai il fai da te.
Una volta eliminato l’Helicobacter, non si deve fare più nulla.Se si hanno ancora sintomi, questi non sono causati dalla gastrite.
Benedetta Rinaldi:
I farmaci che curano la gastrite, se assunti sul lungo periodo, hanno controindicazioni?
Giancarlo Caletti:
E’ ormai noto che I PPI, gastroprotettori, non debbono essere assunti per lunghi periodi, ma solo per il tempo strettamente necessario.
Gli effetti nocivi possono essere numerosi.
In particolare, MAI assumere il PPI se l’Helicobacter è ancora presente dopo vari tentativi di eliminazione. Il gastroprotettore da amico diventa nemico. Accelera il percorso verso la gastrite atrofica ed il cancro.
Benedetta Rinaldi:
Per prevenire la gastrite quali sono le buone abitudini e le cose da evitare?
Giancarlo Caletti:
- Smettere di fumare.
- Evitare superalcolici.
- FANS solo al bisogno per brevi periodi.
- Ridurre Spezie e piccanti.
- Evitare le abbuffate e i cibi molto grassi.
- Dieta mediterranea.
- Fare attività fisica.
- Stare sereni.
A cura del Prof. Giancarlo Caletti, Socio dell’International Foundation for Functional Gastrointestinal Disorders (IFFGD), Milwaukee, USA.
Per una visita specialistica ambulatoriale visita la pagina: Progetto I disturbi funzionali