Vomito Ciclico e Cannabis
L’assunzione di Cannabis, ovvero di marijuana, è in aumento nei paesi occidentali ed anche in Italia.
I suoi componenti più importanti sono il tetraidrocannabinolo (THC) e il Cannabidiolo (CBD). Solo il tetraidrocannabinolo ha proprietà attive sul sistema nervoso.
Nonostante l’uso di cannabis a scopo ricreativo risalga a molti anni addietro, solo recentemente si è notato che essa può provocare degli effetti negativi, quali la nausea, il vomito ed il dolore addominale.
Questa situazione patologica è stata denominata: “Cannabinoid Hyperemesis Syndrome”, ovvero la “Sindrome dell’iperemesi (eccesso di vomito) da Cannabinoidi”.
Essa è stata catalogata come un sottotipo della Sindrome del Vomito Ciclico ed è legata all’assunzione cronica, cioè da molti anni e consistente, ogni giorno o quasi di cannabis.
La sua frequenza è in aumento; tuttavia, questa sindrome è ancora poco conosciuta dagli operatori sanitari e ancora meno dagli utilizzatori.
Riconoscerla e curarla tempestivamente può diminuire il rischio di importanti complicanze, quali disidratazione, lesioni acute dei reni, sbilancio elettrolitico e metabolico, e anche (rari casi) di pneumotorace o pneumomediastino e morte.
Sebbene gli utilizzatori affermino che la cannabis li aiuti a migliorare certi sintomi, fra cui il vomito, è assodato che la sua assunzione si associ paradossalmente ad iperemesi.
Fisiopatologia
Il composto più attivo della cannabis è il THC, il quale attiva dei recettori presenti sulla membrana cellulare, i CB1 (cannabinoid 1)e CB2 (cannabinoid 2).
I recettori CB1 sono presenti nelle cellule nervose del cervello e nei neuroni di tutto l’intestino, questi ultimi localizzati nei plessi mienterico e sottomucoso, nonché sulle cellule epiteliali.
Il recettore CB1 è quello più importante per la sindrome caratterizzate dal vomito ed è presente in maniera preponderante nel sistema nervoso centrale, dove i cannabinoidi esercitano i loro effetti sull’ansia, la depressione le secrezioni gastrointestinali, il vomito e il controllo della fame.
Oltre a CB1 e CB2 , il THC si lega ad un altro importantissimo recettore, il ”Transient Receptor Potential Vanilloid Type 1 (TRPV1).
Questi 3 recettori sono fondamentali per condizionare la Sindrome con Vomito da cannabinoidi, in quanto agiscono sul nervo Vago e sulle funzioni intestinali.
La stimolazione di questi 3 recettori comporta un aumento delle scariche del nervo vago, che contribuiscono all’insorgenza del vomito.
Allo stesso modo la stessa stimolazione inibisce il controllo della secrezione acida gastrica (inibizione della inibizione=aumento), inibisce la motilità dello stomaco (paresi gastrica) ed il suo svuotamento.
Quadro clinico.
La Sindrome dell’iperemesi (eccesso di vomito) da Cannabinoidi è oggigiorno catalogata fra i disordini del rapporto cervello-intestino, insieme ad altri disturbi finzionali dell’apparato digerente.
Essa è caratterizzata da vomito ciclico, nausea e dolore addominale.
Essa è associata anche ad un particolare comportamento del soggetto, che è quello di ricercare un sollievo effettuando bagni o docce molto prolungati con acqua quasi bollente, che talvolta provoca ustioni sulla pelle.
Si è poi scoperto che i bagni caldi e la capsaicina (principio attivo del peperoncino rosso) in pomata diminuiscono temporaneamente i sintomi attivando (agonismo) i TRPV1.
Le modalità di presentazione di questa sindrome sono le medesime del Vomito Ciclico, schematizzate in 4 fasi
- Fase inter-episodica o intervallo di benessere. In questo periodo, che può durare anche molte settimane o mesi, non si verificano episodi di vomito ed il paziente sta relativamente bene.
- Fase Prodromica o pre-vomito. Il soggetto inizia a percepire l’arrivo dell’episodio critico. La nausea è di intensità variabile, ed egli è ancora in grado di assumere medicine per bocca. Questa fase può durare da qualche minuto a qualche ora.
- Fase del vomito. Le crisi avvengono spesso nelle prime ore del mattino,.
La nausea ed il vomito sono intensi e persistenti e possono essere talmente importanti da invalidare ogni attività del soggetto, anche le più semplici.
Altri sintomi sono spesso associati all’episodio acuto, quali le vertigini, l’intenso pallore della cute, la mancanza di energia, il dolore addominale e soprattutto la cefalea.
Questa fase può durare da alcune ore ad alcuni giorni.
In questa fase è quasi impossibile ingerire e trattenere i farmaci per bocca. - Fase di ricupero e ripresa. La nausea diminuisce e termina quando ricompare l’appetito. Si è in grado di mangiare qualcosa e le forze ritornano progressivamente normali.
La cura
Nella fase acuta, l’uso topico della crema alla capsaicina, le benzodiazepina, l’alloperidolo, la prometazina, l’olanzapina e l’ondansetron possono bloccare la crisi.
Il trattamento preventivo a lungo termine si basa innanzitutto sulla totale astensione dalla cannabis.
Gli antidrepressivi triciclici quali l’amitriptilina sono il cardine del trattamento.
Poiché questi soggetti soffrono spesso anche di ansia e depressione, si possono associare i altri farmaci neuromodulatori idonei alla situazione.
Lo schema terapeutico deve comunque essere prescritto da un gastroenterologo esperto in questo settore ed adattato su misura al singolo individuo.
I giovani d’oggi non solo possono essere soggetti alla Sindrome del Vomito Ciclico, ma se fanno uso spesso di mariuana e similari possono incorrere nella suddetta sindrome che ha le stesse caratteristiche della CVS.
Non è ancora conosciuto il motivo per cui questa sindrome non colpisce tutti gli utilizzatori di Cannabis,.
Verosimilmente i soggetti colpiti sono anche predisposti a soffrire della Sindrome del Vomito Ciclico.
Pertanto è assolutamente necessario astenersi per sempre da queste sostanze se si vuol uscire dal tunnel.
La cura sarà poi la medesima prescritta per guarire dalla Sindrome del Vomito Ciclico.
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