La Cattiva Digestione ovvero la Dispepsia
Digerire male è molto frequente. Vi sono situazioni semplici e passeggere ed altre più complesse e gravi, infatti molte malattie organiche causano una digestione problematica, prima fra tutte il cancro dello stomaco, poi il cancro del pancreas e altre patologie.
In questo articolo si tratterà invece della cattiva digestione senza cause organiche apparenti, cioè della Dispepsia Funzionale Digerire male è molto frequente.
Vi sono situazioni semplici e passeggere ed altre più complesse e gravi, infatti molte malattie organiche causano una digestione problematica, prima fra tutte il cancro dello stomaco, poi il cancro del pancreas e altre patologie.
In questo articolo si tratterà invece della cattiva digestione senza cause organiche apparenti, cioè della Dispepsia Funzionale.
La Dispepsia Funzionale è uno dei disturbi gastrointestinali più frequenti.
Circa il 10% della popolazione ne soffre, con un deterioramento della qualità della vita non indifferente.
Essa colpisce di più le donne, i fumatori e i soggetti che fanno uso frequente di farmaci antinfiammatori non steroidei (antidolorifici e antireumatici).
I sintomi sono molto vari: dolore o bruciore localizzato all’epigastrio, ovvero alla cosiddetta bocca dello stomaco, senso di ripienezza dopo i pasti, senso di sazietà precoce (sentirsi pieni già a metà pasto), nausea, gonfiore della parte superiore dell’addome.
Tutti questi sintomi sono dovuti a numerosi processi fisiopatologici che comprendono un cattivo accomodamento del fondo gastrico durante il pasto, uno svuotamento gastrico rallentato, uno svuotamento gastrico accelerato, l’ipersensibilità viscerale e la presenza di eosinofili nella mucosa duodenale.
Lo svuotamento gastrico rallentato è sicuramente una delle anormalità fisiopatologiche più frequentemente riscontrate nei pazienti con dispepsia: circa nel 30%.
Per poter meglio definire il quadro clinico e di conseguenza prescrivere una cura appropriata, le società americane di gastroenterologia (AGA, ACG e CAG) hanno stabilito di suddividere la Dispepsia Funzionale in due sottotipi:
- EPS = Epigastric Pain Syndrome. In questa i sintomi prevalenti sono: dolore e/o bruciore alla bocca dello stomaco, dolore simile a quello dell’ulcera peptica.
- PDS = Postprandial Distress Syndrome. In questa i sintomi prevalenti sono: ripienezza dopo i pasti, sazietà precoce e gonfiore addominale, nausea mattutina.
Come agire:
Prima di iniziare una cura di qualsiasi tipo è fondamentale escludere nei soggetti sopra i 40 anni una patologia organica, eseguendo una esofago-gastro-duodenoscopia con biopsie gastriche per la ricerca dell’Helicobacter pylori (HP).
Nei soggetti più giovani basterà escludere la presenza dell’Helicobacter con il C13 Urea Breath Test (UBT), non più eseguito da un anno per il pericolo COVID19, o l’altrettanto valido test, quello di ricerca degli antigeni dell’HP nelle feci.
Se i test saranno positivi, se cioè rileveranno la presenza di Helicobacter, sarà corretto ma non sempre risolutivo, prescrivere una cura indirizzata alla eradicazione del batterio.
Va comunque sottolineato che i farmaci antibiotici prescritti per la sua eradicazione debbono essere considerati ancora validi ed efficaci ed essi debbono essere assunti per un tempo adeguato, che oggigiorno non può essere inferiore alle 2 settimane.
Una cura inadeguata è peggio che una non cura, nel senso che essa causerà una resistenza batterica molto difficile da debellare anche con un secondo o terzo ciclo di terapia.
Infine, nei pazienti di tutte le età sarà molto utile eseguire una accurata ecografia dell’addome superiore, che dovrà valutare bene tra le altre cose, la presenza o assenza di calcoli nella colecisti.
Non va mai dimenticato il fatto che la calcolosi della colecisti, anche se non provoca coliche biliari vere e proprie, contribuisce sempre all’insorgenza di una dispepsia, che anni fa si chiamava “dispepsia biliare”. Infatti va sempre tenuto presente l’aforisma del famoso clinico tedesco dell’800, Paul Guttman che diceva “la colecisti spesso piange con gli occhi dello stomaco”.
Una volta escluse patologie maggiori si può iniziare una cura.
Non essendo conosciuta una causa specifica di questa sindrome, la cura sarà diretta a risolvere i sintomi che essa provoca.
Prima di assumere farmaci a casaccio è importantissimo mettere ordine nello stile di vita.
- Evitare lunghi digiuni.
- Intervallare il digiuno con piccole merende naturali: mezza banana, mezza mela, un finocchio, dei crackers salati, una brioche salata ecc.
- Dormire le ore necessarie. La deprivazione di sonno favorisce la nausea e la dispepsia.
- Ridurre l’apporto di latticini e formaggi, soprattutto grassi e freschi. Il Parmigiano è ben digerito.
- Ridurre l’apporto di cibi grassi e relativi condimenti con grassi animali. Preferire l’olio d’oliva.
- Ridurre l’assunzione di carne rossa.
- Evitare il cioccolato e la menta.
- Ridurre l’assunzione di alcolici, soprattutto la sera.
- L’acqua gassata aiuta a digerire, mentre tutte le altre bevande gassate, soprattutto se zuccherate, sono da evitare.
- Per quanto concerne il peperoncino rosso, la capsaicina (suo principale componente attivo) aiuta a svuotare lo stomaco e quindi è un buon digestivo.
- Regolarizzare l’intestino, aumentando la quantità di fibre (meglio se solubili) ingerite, o aggiungendo piccole dosi di macrogol.
- La sera a cena stare leggeri e non andare a letto prima di 2-3 ore dal termine del pasto. Addormentandosi lo stomaco cessa ogni movimento, non svuota più ed il contenuto tende a refluire in esofago.
- Evitare la sedentarietà e fare una vita attiva.
- Smettere di fumare.
- Evitare se possibile gli stress.
Farmaci
All’inizio in generale vengono prescritti farmaci indirizzati alla riduzione dell’acido dello stomaco, gli Inibitori della Pompa Protonica (IPP), volgarmente chiamati ”gastroprotettori”.
Si è dovuto registrare purtroppo che tali farmaci beneficiano solo poche persone: meno del 10% dei casi.
Lo stesso vale per la cura eradicante l’Helicobacter pylori. Addirittura alcuni antibiotici, validissimi per uccidere il microbo (metronidazolo, tinidazolo ed altri) causano o aggravano essi stessi i sintomi della dispepsia.
I farmaci della categoria “procinetici” a dosi adeguate sono una buona opzione.
Domperidone, Levosulpiride, Clebopride, Alizapride, e infine la Prucalopride possono in molti casi risolvere il quadro dispeptico.
Da sconsigliarsi invece la Metoclopramide per gli effetti collaterali importanti sul sistema nervoso centrale.
Da alcuni anni i gastroenterologi americani prescrivono con discreto successo gli antidepressivi, che negli USA ormai vengono chiamati “neuromodulatori”.
In particolare l’Amitriptilina (antidepressivo triciclico) e gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) sono molto efficaci nel curare il dolore addominale della Dispepsia Funzionale.
La “Mirtazapina” è un nuovo antidepressivo tetraciclico ad azione centrale noradrenergica e serotoninergica. E’ stata utilizzata con soddisfazione come analgesico per la cura della cefalea tensionale e della fibromialgia. Essa diminuisce la sensibilità gastrica alla distensione, stimola l’appetito, fa aumentare di peso, riduce la nausea nella Dispepsia Funzionale ma anche nell’anoressia nervosa e nel cancro.
Infine un farmaco molto poco usato in Italia, il buspirone, è molto efficace nel risolvere il tipo di dispepsia caratterizzato da sazietà precoce senso di distensione e digestione lenta.
In conclusione, oggigiorno, la Dispepsia Funzionale è un disturbo ben curabile, soprattutto se lo specialista gastroenterologo è in grado di preparare uno schema di cura personalizzato per il singolo paziente e in particolare egli non teme di utilizzare i neuromodulatori (antidepressivi), scegliendo fra le diverse molecole quella più idonea e al dosaggio ottimale per il singolo paziente.
- Moayyedi PM & al. ACG and CAG Clinical Guideline: management of Dyspepsia. The American Journal Of gastroenterology 2017-112: 988-1013.
- Sayuk GS. Functional Dyspepsia Treatment: Trials and Tribulations of Targeted Strategies. The America Journal of Gastroenterology. 2017; 112: 910-912.
- Lacy BE & al Effect of Antidepressants on Gastric Function in Patients with Functional Dyspepsia. The American Journal of Gastroenterology 2018; 113: 216-224.
A cura del Prof. Giancarlo Caletti, Socio dell’International Foundation for Functional Gastrointestinal Disorders (IFFGD), Milwaukee, USA.
Per una visita specialistica ambulatoriale visita la pagina: Progetto I disturbi funzionali gastrointestinali